Riforma Fornero intoccabile Tabella cambiamento requisiti di accesso pensione

Si aspetta fine ottobre il confronto tra Governo e sindacati per avere maggiori delucidazioni per quanto riguarda la struttura complessa dell’Ape, già siglata nel verbale di sintesi  del 28 settembre scorso, ma una cosa appare certa che la Riforma Fornero è, e rimane, intoccabile e non verrà messa in nessun modo in discussione, la cui conseguenza è che la pensione di vecchiaia non subirà alcuna variazione e cioè: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le lavoratrici del pubblico impiego, a 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici del settore privato (66 anni ed un mese le autonome); mentre nel 2018 si completerà l’equiparazione fra donne e uomini, allineandosi così il requisito a quello degli uomini, l’ultimo scalino della Riforma Fornero, come specificato nella tabella di Pensioni Oggi sotto riportata.

 

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Nel 2018 la novità strutturale per l’anticipo dell’accesso pensionistico quindi sarà l’Ape, il prestito pensionistico, che permetterà al lavoratore di ritirarsi in anticipo, con la condizione di avere almeno 63 anni e quindi utilizzare un reddito ponte, ufficialmente erogato dalla banche ma attraverso l’Inps, proprio in attesa di raggiungere il requisito richiesto per la pensione di vecchiaia e cioè 66 anni e 7 mesi suddetti, un prestito che dovrà essere rimborsato entro 20 anni tramite prelievi sul vitalizio pensionistico pur mantenendo i vincoli oggi esistenti sulle uscite per vecchiaia: i 20 anni di anzianità contributiva (anche di tipo figurativo) e, limitatamente ai lavoratori coinvolti dalle regole di calcolo contributive, l’importo della pensione pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Saranno invece tagliati fuori invece i precoci, cioè coloro che vantano, ad esempio 60 anni di età e 40 di contributi.

L’operazione riguarderà lavoratori non solo del settore pubblico ma anche di quello del pubblico impiego nati dal 1951 al 1955, il costo per le casse statali sarà poco meno di un miliardo e mezzo per questa operazione, in relazione a ciò si farà uso anche di leve fiscali per diminuire l’ammontare delle rate del prestito pensionistico, specialmente per la fasce più deboli, si sottolinea il fatto che senza il prestito previdenziale l’anticipo pensionistico avrebbe pesato per dieci miliardi sul bilancio statale, una cifra estremamente incompatibile per l’andamento dell’economia pubblica e le regole contabili di Bruxelles.

Fonte: PensioniOggi

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